Sul tema la dormita del PD è colossale e ultratrentennale. Inutile negarlo! Quando in campagna elettorale il Sindaco Lattuca incolpava addirittura il Duce di non aver costruito alloggi popolari per Cesena, preferendo Forlì, lo faceva per allenarsi a quella semplice ginnastica funzionale del politico esperto: arrampicarsi sugli specchi!
Oggi ci propone come unica soluzione il taumaturgico Patto per la Casa. Una sorta di brodino caldo per un malato grave. Qui, invece, serve una vera e propria cura strong. In primo luogo, deve essere riconosciuto il fallimento (preannunciato) del Novello perché la notevole riduzione del numero di unità abitative è ormai fatto assodato al quale aggiungere il potenziale contenzioso legale, che pare dietro l’angolo. È necessario quindi riorientarsi verso altri interventi sociali. Rilanciare quindi il Peep di Sant’Egidio che sarà anche uno scheletro nell’armadio dell’ufficio urbanistica, ma un suo potere risolutivo lo ha eccome! Poi serve capire come si stia declinando la rigenerazione urbana. Quella che doveva essere un passe-partout per risolvere tutti i casi, così decantata dalla lirica bonacciniana, pare invece un vero e proprio buco nell’acqua. Di gru in giro non se ne vedono. Forse c’è un problema applicativo che andrebbe sviscerato. C’è poi il patrimonio edilizio rurale, inutilizzato e abbandonato, che può concorrere anch’esso, oltre ad un insieme di regole che potrebbero snellire e facilitare certi cambi d’uso.
Insomma, ad un problema complesso la risposta non può che essere muti criteriale. Ma pare invece che ci si nasconda dietro la contrapposizione proprietà-inquilino, problema annoso e spinoso, che potrebbe scivolare ideologicamente in qualche recrudescenza politica (Salis docet) di cui faremmo volentieri a meno. Di certo, se si pensa di risolvere il problema con una carta-convenzione come il Patto per la Casa, meglio dare la colpa al Duce. Forse si fa miglior figura!